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Suore orsoline di Maria Immacolata

Le Suore Orsoline di Maria Immacolata sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione, dette Orsoline di Piacenza, pospongono al loro nome la sigla O.M.I.[1]

Storia

Il collegio delle Orsoline sorse a Piacenza per iniziativa della duchessa Margherita de' Medici, vedova di Odoardo I Farnese, desiderosa di far nascere nella città un istituto per l'educazione delle fanciulle nobili a imitazione del collegio delle dame Orsoline di Parma.[2]

La scuola venne aperta il 17 febbraio 1649[3] con il nulla osta del vescovo di Piacenza Alessandro Scappi: i gesuiti, cui era stata affidata la direzione spirituale dell'istituto, diedero l'incarico di organizzare la comunità di religiose insegnanti alla nobile vedova Brigida Morello (1610-1679), considerata la fondatrice della congregazione.[2]

Nel 1920, per iniziativa di Maria Lucrezia Zileri dal Verme, l'istituto venne unito a quello delle Orsoline del Sacro Cuore di Parma, ma le due congregazioni tornarono autonome nel 1923.[2]

Le costituzioni delle orsoline di Piacenza vennero approvate ad experimentum dalla Santa Sede il 24 giugno 1928: il 16 giugno 1936 la congregazione ottenne il riconoscimento di istituzione di diritto pontificio e vide approvate definitivamente le sue costituzioni.[2]

La Morello è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1998.[4]

Attività e diffusione

Le orsoline si dedicano prevalentemente ad attività di tipo educativo (istruzione, catechesi, gestione di asili e residenze universitarie), all'animazione parrocchiale e a opere medico-sanitarie.[3]

Oltre che in Italia, sono presenti in India, Brasile, Tanzania, Kenya e Libia: la sede generalizia è a Roma.[1]

Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 801 religiose in 96 case.[1]

Note

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2007, p. 1654.
  2. ^ a b c d DIP, vol. VI (1980), coll. 888-893, voce a cura di E.M. Simoni.
  3. ^ a b Enciclopedia Rizzoli Larousse, vol. XI (1969), p. 73, voce Orsoline.
  4. ^ Messaggio di Giovanni Paolo II precedente l'Angelus del 15 marzo 1998, su vatican.va. URL consultato il 25-6-2009.

Bibliografia

Collegamenti esterni

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