Edoardo il Principe Nero
Edoardo di Woodstock, popolarmente chiamato il Principe Nero (in inglese Edward the Black Prince; Woodstock, 15 giugno 1330 – Westminster, 8 giugno 1376), fu l'erede riconosciuto al trono d'Inghilterra dal 1343 fino alla sua morte, nonché uno dei più importanti comandanti militari inglesi nella guerra dei cent'anni. Era figlio primogenito del re d'Inghilterra e duca d'Aquitania Edoardo III e di Filippa di Hainaut. Non divenne mai re perché la sua morte precedette di un anno quella del padre, consentendo al figlio Riccardo, anche se minorenne, di salire al trono. BiografiaNato nel Palazzo di Woodstock nell'Oxfordshire, Edoardo fu fatto Conte di Chester nel 1333, Duca di Cornovaglia nel 1337 e infine investito Principe di Galles nel 1343. InfanziaLa sua nascita fu importante per la famiglia reale sotto diversi punti di vista, poiché si dice avesse dato a Edoardo III la certezza che la dinastia plantageneta sarebbe continuata, così da dargli la possibilità di continuare nella distruzione di Ruggero Mortimer, primo conte di March, e di Isabella di Francia nel 1330, senza particolari apprensioni in merito. Il giovane principe svolse le funzioni simboliche di reggente nel 1339, 1340 e 1342, mentre il padre era in campagna militare. Si pensa abbia partecipato a tutte le riunioni del consiglio e abbia compiuto delle trattative con il papato sulla guerra nel 1337.[senza fonte] La sua giovinezza si caratterizzò per una passione per i mantelli in velluto rosso e porpora e per i tornei, a spese dell'istruzione, così come era stato per suo padre. Il principe sviluppò inoltre una noncuranza per il denaro, insieme all'inclinazione per il gioco d'azzardo, che con il tempo avrebbe cagionato la fine della sua fortuna. Carriera militareEdoardo dimostrò di possedere un prodigioso talento militare, come testimoniato dal coraggio personale e dalle abili tattiche poste in essere alla battaglia di Crécy, quando era ancora sedicenne. A ciò fece seguito dieci anni dopo con un'altra vittoria alla Battaglia di Poitiers, durante la Guerra dei cent'anni, che permise in seguito di firmare il Trattato di Brétigny, dopo un periodo di grave anarchia in Francia. Il principe manifestò ancora il suo valore nel 1367, con la vittoria nella battaglia di Nájera, nel nord della Castiglia. Froissart lo definì «il più grande soldato della sua epoca»[senza fonte]. Edoardo mantenne la consuetudine di usare arcieri inglesi e gallesi nel suo esercito. Grazie a ciò gli arcieri inglesi ottennero nel tempo una consistente supremazia sui balestrieri di oltremanica, sia nello scoccare più velocemente le frecce, sia nella precisione sulle grandi distanze. Gli arcieri furono utilizzati efficacemente insieme a punti d'appoggio di fanteria pesante e di armigeri; ciò dopo che la cavalleria francese aveva cominciato a indossare corazzature di piastre, leggere ma resistenti. La superiorità degli arcieri inglesi fu evidente anche contro tali corazze, essendo i primi addestrati ad abbattere i cavalli e i capisaldi della fanteria (fossati, pali, buche, barriere di difesa, carri, acquitrini, fango e palle spinate). Gli armigeri, spesso a cavallo, furono impiegati per annientare i nemici feriti gravemente. Edoardo fu uno dei primi condottieri a introdurre l'uniforme, abbigliando le sue truppe del Cheshire e del Flintshire in abiti verdi e bianchi. Tuttavia, nonostante le sue capacità tattiche, Edoardo in genere evitò la battaglia convenzionale, preferendo la prosecuzione della strategia di suo padre, ovverosia le incursioni a cavallo (denominate in francese chevauchée), durante le quali faceva strage di civili francesi mediante devastazioni, saccheggi, massacri e stupri. Lo scopo era quello di dimostrare ai francesi che il loro sovrano non poteva aiutarli, cagionando così una serie di problemi interni (periodo dal 1356 al 1560), come per esempio i movimenti contadini, le incursioni dei mercenari, le lotte per il potere, le rivolte delle compagnie, le jacquerie, ecc.[senza fonte] L'azione fu anche una forma vincente di guerra economica e poté essere usata per stanare gli eserciti che evitavano di dare battaglia, inclusi i guerriglieri. Edoardo fu in genere superiore agli altri comandanti impegnati nelle chevauchée, utilizzando durante le incursioni un mix bilanciato di velocità e distruzione, che solitamente durava un paio di mesi. Per contro gli altri comandanti erano troppo lenti e distruttivi oppure troppo veloci e inefficaci. Il Principe Nero inoltre utilizzò unità specializzate ed esplorò, prima di attaccare, vaste e lontane aree mediante delle pattuglie ricognitive di mercenari. La debolezza di Edoardo tuttavia, comune a tutti i comandanti inglesi dell'epoca, era nella ritirata dalla zona delle operazioni. Le risorse erano limitate e gli incursori erano normalmente rallentati dal loro rifiuto di consegnare i prigionieri o il bottino e infine troppa fiducia era riposta nelle informazioni fornite dai prigionieri, i quali tentavano di ingannare gli inglesi. Il Principe Nero è associato ad almeno due accuse, non provate, di atrocità di guerra: il massacro di circa tremila abitanti, fra i quali donne e bambini, di Limoges nel 1370, dopo un assedio provocato dal vescovo della città, che aveva invitato i francesi a riconquistarla; la partecipazione al raid di Caen durante la chevauchée di Normandia del 1346, in cui furono trucidati 2.500 civili. È necessario dire che lo sconvolgente resoconto di Froissart sulla crudeltà del principe a Limoges non è avvalorato da fonti non francesi. Politica economica e commerciale di EdoardoQuando il padre, Edoardo III, incrementò i rapporti d'affari con i mercanti della Hansa, soprattutto di Dortmund, che, oltre che a incrementare i loro traffici di lana, si misero a prestare denaro al re[1], anche il principe Nero ricorse al prestito dei mercanti della Hansa che, per tre anni, ottennero in pegno le miniere di stagno che Edoardo possedeva in Cornovaglia. Per ciò che concerne le miniere di stagno della Cornovaglia che si trovavano a Lostwithiel, nelle vicinanze di Truro, Edoardo, impegnandovi dei capitali, organizzò l'estrazione, la lavorazione e l'esportazione dello stagno, ricavandone notevoli profitti e divenendo una sorta di capitalista industriale. L'ultima campagna, la malattia e la morteLa campagna militare a favore di Pietro I di Castiglia, noto ai suoi nemici come "Pietro il Crudele", rovinò la salute e le finanze di Edoardo, tanto che fu costretto a rinunciare all'amministrazione dell'Aquitania nel 1371 e a ritornarsene in Inghilterra. Mentre cercava di farsi coinvolgere nel governo del Paese, per contrastare il suo ambizioso fratello[2], Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster, il principe dovette presto abbandonare qualsiasi speranza di riprendere l'attività militare. Rimane ignota la malattia che avvizzì gli ultimi otto anni della sua vita, benché si ritenga che fosse una forma particolarmente grave di dissenteria. Morì[3] all'età di 45 anni a Westminster, l'8 giugno 1376, lasciando il giovane figlio Riccardo come erede al trono. Edoardo fu seppellito nella Cattedrale di Canterbury in un pregevole monumento funebre in rame e pietra; di fronte a lui dopo fu sepolto suo nipote Enrico IV. Le ultime volontà del principe stabilivano non solo le fattezze della tomba, ma anche che dovesse essere tumulato nella cripta della cattedrale. Tale richiesta fu tuttavia ignorata e il condottiero fu inumato a fianco della tomba di San Tommaso Becket, nella cappella della Trinità. L'effigie del principe, sebbene dorata, fu colata in ottone. La sua malattia non fu ritenuta da alcuni storici come l'unica causa della perdita di potere nel 1371.[senza fonte] Quando la campagna in Spagna non ebbe successo (dal momento che Pietro fu sconfitto e ucciso), l'Inghilterra dovette sostenere grossi debiti provenienti dall'azione di Edoardo. Per contro, le pesanti tasse imposte dal Principe Nero causarono solo del risentimento. Come risultato, Edoardo III si vide costretto a controllare assiduamente il figlio malato, offeso e prodigo. Edoardo inoltre, quando fu chiamato dai francesi a Parigi per chiarire la sua posizione come duca d'Aquitania, replicò che sarebbe tornato lì con 70.000 uomini al seguito. Richard Barber, un biografo di rispetto, ha tuttavia messo in discussione tali fatti e lo stesso storico del tempo, Jean Froissart.[senza fonte] L'appellativo di "Principe Nero"Sebbene Edoardo sia quasi sempre definito il "Principe Nero", non fu così conosciuto dai suoi contemporanei. Egli invece fu noto come Edoardo di Woodstock. Il soprannome di Principe Nero non apparve nei documenti fino ad almeno due secoli dopo la sua morte. L'origine è incerta: secondo la tradizione l'appellativo derivò da una corazza nera[4][5], riccamente decorata, che Edoardo III regalò al giovane principe alla battaglia di Crécy. È anche possibile che il soprannome sia stato in origine coniato dai cronisti francesi, con riferimento alle terribili sconfitte che il principe inflisse alla Francia oppure alla crudeltà dimostrata nei fatti d'arme. Uno studio etimologico apocrifo del nome asserisce che lo stesso derivi dalla cupezza dell'effige tombale, dovuta alla sporcizia o alla lucidatura scura.[senza fonte] EmblemaIl pennacchio sull'emblema del Principe di Galles e il suo motto, Ich dien (dal tedesco: "Io servo"), si dice siano stati presi dal re di Boemia, conte Giovanni I del Lussemburgo[senza fonte][6], contro il quale egli aveva combattuto nella battaglia di Crécy. In base alla leggenda, dopo lo scontro il principe vilipese il cadavere del sovrano. Giovanni I andò in battaglia nonostante la sua cecità ed Edoardo ne ammirò il coraggio. Il principe raccolse l'elmo del re, foderato di piume di struzzo e ne prese il motto.[senza fonte] Tali emblema e motto non furono un'esclusiva del Principe Nero, ma furono usati anche dai suoi fratelli. Questa storia comunque è vera solo parzialmente; mentre può essere fondato che Edoardo adottò le penne di struzzo dal re di Boemia, in passato l'emblema fu già utilizzato da altri sovrani inglesi.[senza fonte] Esiste una teoria per cui il Principe Nero e i suoi fratelli ereditarono il simbolo delle piume di struzzo dalla madre Filippa di Hainaut.[senza fonte] Ella discendeva dalla famiglia dei conti di Hainaut, i quali utilizzavano detto simbolo (lo struzzo in francese è detto autruche), giocando sulla assonanza con il nome del loro possedimento: Ostrehans. Vi è inoltre una teoria in base alla quale Ich dien scaturì da un'errata traduzione in tedesco dei termini gallesi Uwch dyn, ossia "Vostro servo".[senza fonte] Uno sguardo sulla cavalleriaEdoardo visse in un secolo di declino degli ideali della cavalleria. La creazione dell'Ordine della Giarrettiera, di rango reale e di cui Edoardo fu un membro fondatore, segnò un mutamento verso il patriottismo, distante dalla mentalità crociata che caratterizzava l'Inghilterra dei due secoli precedenti. L'atteggiamento del principe in tale evoluzione fu apparentemente piuttosto diviso. Edoardo esternò un'obbedienza ai tipici doveri cavallereschi attraverso le sue costanti e pie contribuzioni alla cattedrale di Canterbury. Da una parte, dopo la cattura di Giovanni II di Francia e del suo più giovane figlio a Poitiers, egli li trattò con grande rispetto, al punto di lasciare libero il sovrano di tornare a casa e, a quel che si dice, di pregare con lo stesso nella cattedrale di Canterbury. In particolare il principe concesse un giorno per i preparativi della battaglia di Poitiers, cosicché entrambe le parti poterono discutere dell'imminente scontro e il cardinal di Périgord poté invocare la pace. Sebbene contrario alle cariche di cavalleria sul campo di battaglia, egli fu incline ai tornei cavallereschi. Dall'altra parte le sue inclinazioni cavalleresche in molte occasioni furono annullate dal pragmatismo. L'uso frequente della strategia delle chevauchée non aveva riscontro nei concetti della cavalleria dell'epoca, eppure questa fu abbastanza valida nel raggiungere gli obiettivi militari e nell'indebolire l'economia e l'unità della Francia. Sul terreno di battaglia, la prevalenza del pragmatismo sulla cavalleria fu evidenziata dall'uso massiccio di capisaldi di fanteria, arcieri e negli attacchi laterali. Inoltre Edoardo fu straordinariamente severo e sprezzante verso le classi meno abbienti della società, come indicato dalla pesante tassazione che egli impose come principe di Aquitania e dai massacri perpetrati a Limoges e a Caen. Il comportamento di Edoardo fu tipico di un numero sempre maggiore di cavalieri e nobili durante il tardo Medioevo, che poneva sempre meno attenzione agli alti ideali della cavalleria. Elenco delle principali campagne e loro importanza
Matrimonio e discendenzaEdoardo era stato cresciuto con sua cugina Giovanna di Kent, figlia di Edmondo Plantageneto, I conte di Kent, e di Margaret Wake, terza Baronessa di Wake of Liddell. Una vecchia storia narra di quanto egli la volesse sposa del suo intimo amico Sir Bernard Brocas e che, quando il principe affrontò il discorso, ella le rivelò il suo eterno amore.[senza fonte] Edoardo sposò Giovanna nell'ottobre del 1361, suscitando delle polemiche. Sia Edoardo che Giovanna avevano lo stesso nonno (Edoardo I Gambelunghe) e si pensava che un condottiero come lui dovesse sposare una straniera, onde ottenere vantaggi diplomatici. Alcuni credono che per questo egli fosse stato esiliato nel ducato di Aquitania[senza fonte][12], dove governò per conto di suo padre. Durante quel periodo dalla moglie, ebbe due figli:
AscendenzaOnorificenze— 23 aprile 1348
Note
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