L'idea di una corte che si occupasse degli arbitrati internazionali non era nuova, infatti i primi esempi documentati di risalgono addirittura al re Dario di Persia.
Nel Medioevo il ruolo di intermediario tra due autorità spettava al papa, tuttavia vi era disaccordo riguardo al fatto che i suoi verdetti fossero considerati vincolanti o semplicemente dei consigli per i regnanti.
Nel XIX secolo sono documentati diversi casi in cui una procedura d'arbitrato fu usata per risolvere dispute internazionali prima dello scoppio delle ostilità[1].
L'idea di una corte permanente fu introdotta in un accordo tra le repubbliche dell'America Latina e gli Stati Uniti. Prevedeva anche che una corte di arbitrato analizzasse le diatribe tra le nazioni, così da evitare conflitti.
Dopo la Prima Conferenza Panamericana di Washington il ricorso ad una corte di arbitrato fu esteso a qualunque disputa che riguardasse "l'onore nazionale e gli interessi vitali di uno stato".[2]
Fu solamente durante la conferenza dell'Aia del 1899 che venne istituita la prima Corte di arbitrato a livello mondiale.[3]
Storia
Gli storici suddividono la storia della Corte in quattro differenti periodi:
1901-1907: periodo che va dalla fondazione della Corte fino alle modifiche dello statuto (quattro casi esaminati)
Il compito di costituire la Corte fu lasciato al ministro degli Affari Esteri dei Paesi Bassi de Beaufort, il quale ritenne il numero di nazioni aderenti sufficiente nel settembre del 1900 e dunque convocò la prima riunione il 9 aprile del 1901, al fine di nominare i funzionari. Questa riunione ebbe come risultato la nomina a segretario generale di R. Melvil Baron van Lynden. Questa e tutte le altre riunioni fino all'agosto del 1913 furono tenute in un palazzo dell'Aia, finché la corte non si trasferì definitivamente nel Palazzo della Pace.
Tra il 1914 e il 1919 la corte non fu mai convocata, ispirando vignette satiriche che mostravano il palazzo fuori uso in vendita.
Con la fine della Grande Guerra, la Corte Permanente di Arbitrato divenne parte della Società delle Nazioni, appena fondata con la volontà di istituire un'organizzazione con più competenze e più affidabile.
Un secondo periodo di inattività della corte, tra il 1938 e il 1954, portò molti esperti di diritto internazionale a chiederne l'abolizione. Una proposta alternativa fu quella di trasformarla in una corte che si occupasse solamente di risolvere le dispute tra stati e privati. Tuttavia, nessuna di queste proposte ebbe successo e la Corte mantenne lo stesso ruolo.
Il 18 ottobre 2007 e l'11 ottobre 2013 si tennero due eventi per ricordare, rispettivamente, il centenario della conferenza del 1907 e del trasferimento dell'organizzazione nel Palazzo della Pace.[1]
Organizzazione
I soli elementi permanenti della Corte sono l'Ufficio internazionale di cancelleria, il Consiglio di amministrazione permanente, gli arbitri designati dagli Stati parti della Convenzione dell'Aia e infine da un elenco di regole di procedura. Per questo aspetto si distingue dalla Corte Internazionale di Giustizia; un'altra differenza è il fatto che le sessioni della Corte Permanente di Arbitrato si tengano in privato e siano riservate.[5]
La CPA non è una "corte" nel proprio significato del termine, ma una organizzazione amministrativa con l'obiettivo di avere mezzi permanenti e prontamente disponibili per servire come registro degli arbitrati internazionali e di altre procedure connesse, comprese le commissioni d'inchiesta e conciliazione. La corte "non è un tribunale arbitrale precostituito, bensì semplicemente un elenco di persone designate dagli Stati parte della convenzione, da cui gli Stati parte a una controversia possono scegliere gli arbitri investiti della soluzione e utilizzare l'assistenza di un segretariato".[6]
Il Consiglio d'amministrazione è un organismo composto da tutti i rappresentanti diplomatici degli Stati membri accreditati nei Paesi Bassi. È presieduto dal Ministro degli affari esteri olandese, che ne è anche un membro, e composto dagli agenti diplomatici degli Stati facenti parte della Convenzione, accreditati nei Paesi Bassi. Il Consiglio è responsabile della direzione dell'Ufficio internazionale, del bilancio dell'organizzazione e di un rapporto sulle attività.
I giudici o arbitri che ascoltano i casi sono chiamati membri della Corte. Ogni Stato membro può nominarne fino a quattro "di buone competenze in questioni di diritto internazionale, di alta reputazione morale e disposti ad accettare le funzioni di arbitri" per un periodo rinnovabile di 6 anni. Gli arbitri di ogni Stato membro formano insieme un "gruppo nazionale". I giudici possono essere selezionati nei casi di arbitrato in cui la CPA fornisce supporto. Gruppi Nazionale possono proporre candidati per i membri della Corte Internazionale di Giustizia.
La CPA a volte si confonde con la Corte internazionale di giustizia, che ha sede nello stesso edificio. La CPA non è tuttavia parte del sistema delle Nazioni Unite, anche se ha lo status di osservatore nell’assemblea generale delle Nazioni Unite dal 1993.
Consiglio Amministrativo
Il Consiglio Amministrativo (Permanent Administrative Council) è l'organo atto a controllare e supervisionare l'organizzazione, ha principalmente una funzione amministrativa nel controllo del Bureau internazionale, soprattutto in questioni inerenti salari e budget, inoltre redige il report annuale sulle attività dei Poteri Contraenti.[7]
La sua attività è regolata dalle Regole procedurali del Consiglio Amministrativo (Rules of Procedure of the Administrative Council of the Permanent Court of Arbitration) approvate all'Aia il 19 settembre 1900.[8]
Dal 1907 9 membri partecipano alla formazione dell'organo che nomina il Segretario Generale, capo del Bureau internazionale e Rappresentante della Corte.
Il suo mandato è di 5 anni con possibilità di rinnovo.
Ognuno degli Stati aderenti è incaricato di nominare un massimo di 4 arbitri della Corte. I loro nomi sono poi indicati sulla lista stilata dal Bureau, per un periodo di 6 anni, oltre il quale il loro mandato può essere rinnovato. È da questa lista che gli arbitri per ogni specifico caso in questione sono scelti. Il 1 gennaio 1988 il numero degli arbitri sulla lista era 244.
Era già sancito nello Statuto della Società delle Nazioni che i candidati giudici a questa corte dovessero essere scelti dalla lista sottoposta dai "gruppi nazionali" (al massimo 4 arbitri scelti da ogni stato) per la Corte Permanente di Arbitrato. Lo stesso rimane valido per la Corte Internazionale di Giustizia i cui membri sono appunto scelti dalla Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza da una lista sottoposta dai gruppi nazionali nella Corte Permanente di Arbitrato.[9]
I membri della Corte Permanente di Arbitrato possono oltretutto proporre candidati per il Premio Nobel per la Pace.[10]
Il segretariato o International Bureau
Il Bureau internazionale, guidato dal Segretario generale della Corte Permanente di Arbitrato, fornisce supporto legale, tecnico e amministrativo, conserva i documenti ed è il canale ufficiale di comunicazione.[11]
In primo luogo le parti accettano i cosiddetti "compromessi", che dichiarano le competenze e i poteri degli arbitri. La procedura legale è composta da due differenti fasi: la scrittura della richiesta e la discussione verbale. Durante la prima parte della procedura gli agenti e gli avvocati raccolgono e depositano documenti e prove a favore della propria parte.
Nella seconda fase avviene il dibattito orale davanti alla Corte, la quale si ritira al termine della discussione e decide a maggioranza la sentenza.
Il verdetto scritto, che include le motivazioni dell'opinione dissenziente della minoranza degli arbitri, è firmato dal presidente e dal segretario (prima del 1907 dagli arbitri) e viene letto alle parti senza possibilità di appello. Tuttavia è possibile ottenere una revisione in caso di rinvenimento di nuove prove di natura decisiva tra la fase di dibattito e la dichiarazione del verdetto. L'ammissione della richiesta di revisione e ogni decisione in merito sono affidate alla Corte. È il compromesso a stabilire il periodo entro il quale può essere presentata domanda di revisione. Queste norme sono stabilite nell'articolo 55, animatamente dibattuto dalla Terza Commissione nel 1899.[14]
Nel caso in cui le parti non riescano a nominare gli arbitri, il Segretario della Corte Permanente di Arbitrato può agire come autorità investita del potere di nomina (appointing authority).
Arbitrati UNCLOS
La Corte può essere scelta nei casi di controversie che ricadono sotto la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). La Corte ha effettivamente amministrato tutti i casi di controversie UNCLOS, tranne uno.[16]
Regole Opzionali per l’Arbitrato di Dispute riguardanti Attività Extra-atmosferiche
La PCA ha dato avvio nel 2009 a un progetto finalizzato a creare un insieme di regole di arbitrato che rispondessero alle esigenze specifiche di dirimere dispute internazionali sullo spazio extra-atmosferico. Infatti non vi era un metodo alternativo per risolvere questo tipo di questioni oltre al meccanismo istituito dalla Liability Convention, che per di più non permette la partecipazione di entità non governative.
Furono quindi promulgate il 6 dicembre 2011 le Regole Opzionali per l’Arbitrato di Dispute riguardanti Attività Extra-atmosferiche. Esse riconoscono che gli scopi delle attività extra-atmosferiche non includono solo potenziali dispute tra nazioni, ma anche tra privati.[17][18]
Stati membri
Sono 124 gli Stati che hanno aderito a una o ad entrambe le convenzioni dell'Aia del 1899 e 1907.[19]
Ogni Stato membro può nominare fino ad un massimo di 4 delegati, che svolgono le funzioni di arbitri. Essi devono possedere "una vasta competenza nel campo del diritto internazionale, un'alta reputazione morale e devono essere disposti ad accettare gli obblighi degli arbitri".[20]
Caso nº 2016-13: Resolute Forest Products Inc. c. il Governo Canadese
Caso nº 2016-08: Manuel García Armas, Pedro García Armas, Sebastián García Armas, Domingo García Armas, Manuel García Piñero, Margaret García Piñero, Alicia García González, Domingo García Cámara e Carmen García Cámara c. Venezuela
Caso nº 2015-40: Indian Metals & Ferro Alloys Limited (India) c. il Governo Indonesiano
Caso nº 2012-10: Merck Sharpe & Dohme (I. A.) LLC c. Ecuador
Caso nº 2010-21: Dunkeld International Investment Limited (Turks & Caicos) c. Belize
Caso nº 2010-20: China Heilongjiang International Economic & Technical Cooperative Corp., Beijing Shougang Mining Investment Company Ltd, Qinhuangdaoshi Qinlong International Industrial Co. Ltd c. Mongolia
Caso nº 2009-4: Bilcon of Delaware ed altri c. Governo canadese
Altri arbitrati
Caso nº 2017-01: Manila Water Company Inc. (Filippine) c. Filippine
Caso nº2016-03: D. v. Energy Community
Caso nº 2015-37: Maynilad Water Services, Inc. (Filippine) c. Filippine
Caso nº 2014-32: Ecuador TLC S. A. (Ecuador), Cayman International Exploration Company S. A. (Panama), Teikoku Oil Ecuador (Isole Cayman) c. Ecuador, Segretariato degli idrocarburi Ecuador, Impresa Statale degli idrocarburi Ecuador EP Petroecu.
Casi passati
Questa è una lista parziale: la Corte sta infatti gradualmente rendendo accessibili elettronicamente tutti i registri riguardanti i casi esaminati in passato.
Caso nº 2016-06: Consorcio Sogeosa-Tilmon (Costa Rica) c. El Instituto Tecnológico de Costa Rica (Costa Rica)
Caso nº 2015-17: Indian Potash Limited (India) c. Agriculture Inputs Company Limited (Nepal)
Caso nº 2015-13: Kristian Almås e Geir Almås c. Polonia
Caso nº 2015-05: Iberdrola, S.A. (Spagna), Iberdrola Energía, S.A.U. (Spagna) c. El Estado Plurinacional de Bolivia
Caso nº 2014-33: Sterling Merchant Finance Ltd c. Capo Verde
Caso nº 2014-24: Consorcio John W. Mcdougall Company Inc. y Dredge & Marine Corporation (USA) c. El Instituto Costarricense de Electricidad (Costa Rica)
Caso nº 2013-33: Mattioli Joint Venture c. Ministero dell'acqua e dell'energia dell'Etiopia
Caso nº 2013-32: Consta Joint Venture c. Chemin de Fer Djibouto-Ethiopien (gestore della ferrovia Addis Abeba-Gibuti), in rappresentanza dell'Etiopia e di Gibuti
Caso nº 2013-30: l'arbitrato sull'Aringa Atlantico-Scandinava (Danimarca, in rappresentanza delle isole Faroer c. Unione Europea)
Caso nº 2013-14: riunione per la revisione stabilita dalla Convenzione sulla Conservazione e Gestione della Pesca in Alto Mare nell'Oceano Pacifico Meridionale
Caso nº 2013-11: Arbitrato sull'ARA Liberatad (Argentina c. Ghana)
Tra il 2007 e i 2008 il budget per la Corte era di 1 800 000 €[25]I fondi per la Corte provengono dai contributi dei suoi membri e dalle tasse corrisposte dalle parti per i casi di arbitrato. I costi fissi che ogni stato membro deve pagare individualmente si basano sul sistema dell'Unione Postale Universale.[26]
Ogni parte richiedente l'arbitrato deve pagare le spese per organizzare il tribunale, inclusi gli stipendi degli arbitri, le spese per i registri e le funzioni amministrative, ma non le spese generali dell'organizzazione[27][28]. I costi variano da caso a caso e possono essere oggetto di trattativa tra la Corte Permanente di Arbitrato e le parti in causa.[29]
^ Boeckel R., Pan American arbitration conference, in Editorial research reports, vol. 1928, IV, CQ Press, Washington. URL consultato il 24 febbraio 2017.
^The Permanent Court of Arbitration, su City of The Hague, November 2008. URL consultato il 31 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
«The costs of arbitration vary from case to case. To promote maximum flexibility in each case, the PCA has no fixed fee schedule. The PCA assists the parties and tribunal in finding a fee arrangement that is most appropriate for the case.»
Leonida Tedoldi (a cura di), La giustizia internazionale. Un profilo storico-politico dall'arbitrato alla corte penale, Carocci, Roma 2012, ISBN 978-88-430-6351-2
Andrea Caligiuri, L'arbitrato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, Napoli, Editoriale Scientifica, 2018. ISBN 978-88-9391-267-9.