Share to: share facebook share twitter share wa share telegram print page

 

Barbaro

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Barbaro (disambigua).
La entrada de los Hunos en Roma del pittore spagnolo Ulpiano Checa, 1887.

Barbaro (in greco antico: βάρβαρος?, bárbaros, passato in latino come barbarus) è la parola onomatopeica con cui gli antichi greci indicavano gli stranieri (letteralmente i "balbuzienti"), cioè coloro che non parlavano greco, e quindi non erano di cultura greca.

Il termine latino barbarus significava invece "straniero" ovvero estraneo alla mentalità greco-romana. Questa accezione si diffuse ampiamente nel contesto politico-sociale dei conflitti del III-IV secolo. Nei testi latini il termine “barbarus” è spesso accompagnato da aggettivi come “ferus” (violento) e “iracundus” (iracondo), che definiscono il significato negativo della parola originaria.

Il concetto, con nomi differenti, è stato usato in diverse culture anche precedenti quella greca.[1]

«Io ritengo che non vi è nulla di barbaro e di selvaggio in quelle popolazioni […]. La realtà è che ognuno definisce barbarie quello che non è nei suoi usi.»

I barbari nella cultura classica

La stessa sillaba ripetuta che forma la parola (bar-bar) fa riferimento ad un suo altro significato affine: balbettante, a riprodurre quelli che agli ellenofoni (pur mancando l'unità politica tra le polis, i Greci si consideravano un'unica entità culturale proprio sulla base della lingua comune) sembravano dei versi inintelligibili ed addirittura animaleschi; ad esempio, Erodoto usa per descrivere la lingua di un popolo Etiope il verbo "τρίζειν", normalmente usato per riferirsi al verso del pipistrello. Da qui nacque la distinzione tra Grecia e barbari.

Si ritiene inoltre che i popoli detti "semibarbari" venissero così classificati a causa della particolarità delle loro lingue, differenti dal greco soprattutto nella pronuncia. È interessante ricordare che gli sciti erano considerati dai greci come il più barbaro tra i popoli, anzi il popolo barbaro per eccellenza (occasionalmente sostituiti in quest'ultimo ruolo dai Persiani, soprattutto quando il Barbaro veniva presentato come minaccia).

Il carattere prettamente linguistico della "grecità" si accentua con l'ellenismo, quando ogni uomo che parla, legge e scrive in greco è membro, oltre che partecipe, del mondo e della cultura greca.

Il termine assunse un significato più strettamente correlato all'aspetto etnico ed ideologico nella Roma repubblicana, in cui veniva accentuata, rispetto all'uso greco, la "missione civilizzatrice" del popolo romano (In età monarchica, invece, Roma era ancora difficilmente riconoscibile nell'eterogenea miriade di popoli del tempo, in cui ogni civiltà era profondamente influenzata da quelle dei vicini).

In età imperiale il vocabolo avrebbe riassunto il significato ellenistico, con l'aggiunta di una certa sfumatura anche culturale (ad esempio, la mancanza di leggi scritte, di un alfabeto, ecc., erano le prerogative principali del barbaro, unite ad un fermo e testardo rifiuto dell'ordine romano, simboleggiato dal sistema legislativo romano).

Nel mondo greco-romano, insomma, il termine "barbaro" era uno strumento essenziale che i popoli greci, prima, e romani, poi, utilizzavano per definire sé stessi, prendendolo come pietra di paragone, in quanto "anormale" rispetto agli standard, per poter definire la "normalità". Tale caratteristica non fu mai esclusiva del pensiero mediterraneo, o anche semplicemente europeo, ma fu il risultato del naturale etnocentrismo di varie civiltà del mondo antico, e in certi casi anche cronologicamente successivo.

Il Cristianesimo ha utilizzato il termine barbaro nella sua accezione ellenica: l'apostolo Paolo lo usa nel Nuovo Testamento (Lettera ai Romani 1:13) per indicare i non-greci o chi semplicemente parla una lingua diversa (Prima lettera ai Corinzi, 14:11).

Greci e barbari per Paolo si distinsero rispettivamente per sapienza ed insipienza. Taziano invece sostiene la superiorità della cultura dei barbari rispetto a quella dei filosofi greci considerata vana. Taziano pone in rilievo le molteplici invenzioni o le usanze apprese dai barbari in Europa: mentre i Romani cavalcavano a pelo o su una coperta, i barbari utilizzavano già una sella e delle staffe; mentre i Romani conservavano il vino nella terracotta e lo allungavano con acqua calda e salata, i barbari lo conservavano in botti di legno; furono i barbari ad introdurre la birra, prodotta con il luppolo; furono i barbari a introdurre le brache, ossia i pantaloni, al posto delle tuniche.[2]
Poiché con il IV secolo l'Impero Romano cominciò a divenire cristiano, barbaro cominciò ad assumere il significato di non romano (giacché non cristiano).

In questo periodo barbare per antonomasia furono quelle popolazioni (Vandali, Eruli, Unni, Visigoti, Ostrogoti, Goti, ecc.) che dalle loro terre di origine, solitamente localizzate nell'Europa settentrionale, scesero a ondate nell'Impero. In questo periodo Roma necessitava di possedere grossi eserciti per affrontare i vari nemici e decise di immettere all'interno delle proprie milizie i barbari che vengono così integrati sul suolo imperiale arrivando ad ottenere brillanti carriere (Fraomario, Dagalaifo, Merobaude).

Questi barbari approfittarono della crisi in cui già versava l'Impero e ne accelerarono la decadenza fino alla dissoluzione: oltre alle guerre, ai saccheggi e alle distruzioni, finirono con il fondare dei veri e propri stati, spezzando l'antica unità dell'Impero e dando inizio ai regni romano-barbarici.

I barbari nella cultura moderna

Nelle storie fantasy e nei giochi di ruolo i barbari sono solitamente rappresentati come dei guerrieri coraggiosi e non civilizzati che attaccano con furia. Tra questi Conan il Barbaro è certamente il più noto.

L'ammirazione contemporanea per questi barbari della fantasy può essere fatto risalire all'illuminismo che tendeva ad idealizzare il buon selvaggio (vedi anche la figura di Tarzan).

Oggi la parola barbaro è normalmente utilizzata nel senso di "selvaggio", per indicare persone percepite come incivili o primitive. Il sostantivo "barbarismo", invece, stigmatizza l'uso inutile di una parola straniera nel parlare o scrivere. Non va quindi confuso con solecismo che indica una violazione delle regole della grammatica.

Nell'ideologia del materialismo storico, la fase barbara è la seconda sottofase del comunismo primitivo.

Note

  1. ^ James C. Scott, VII cap.: L’epoca d’oro dei barbari, in Le origini della civiltà. Una controstoria, traduzione di Maddalena Ferrara, Torino, Einaudi, 2018, ISBN 978-88-06-23875-9.
  2. ^ Silvio Paolucci e Giuseppina Signorini, L'Ora di Storia, Edizione Rossa, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 90.

Bibliografia

  • Gumilev Lev N., Gli Unni. Un impero di nomadi antagonista della Cina, Torino, Einaudi, 1972 (orig. Khunnu, 1960).
  • Anonimo, I Briganti, a cura di Franz Kuhn, Torino, Einaudi, 1956 (ultima edizione 1995).
  • P.J. Geary, “Barbarians and Ethnicity”, in Late Antiquity, Peter Brown, Glen Bowersock e Andre Grabar (a cura di), Cambridge (MA), 1999, pp. 106-129.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 11085 · GND (DE4124605-6 · BNF (FRcb12030483p (data)
Kembali kehalaman sebelumnya


Index: pl ar de en es fr it arz nl ja pt ceb sv uk vi war zh ru af ast az bg zh-min-nan bn be ca cs cy da et el eo eu fa gl ko hi hr id he ka la lv lt hu mk ms min no nn ce uz kk ro simple sk sl sr sh fi ta tt th tg azb tr ur zh-yue hy my ace als am an hyw ban bjn map-bms ba be-tarask bcl bpy bar bs br cv nv eml hif fo fy ga gd gu hak ha hsb io ig ilo ia ie os is jv kn ht ku ckb ky mrj lb lij li lmo mai mg ml zh-classical mr xmf mzn cdo mn nap new ne frr oc mhr or as pa pnb ps pms nds crh qu sa sah sco sq scn si sd szl su sw tl shn te bug vec vo wa wuu yi yo diq bat-smg zu lad kbd ang smn ab roa-rup frp arc gn av ay bh bi bo bxr cbk-zam co za dag ary se pdc dv dsb myv ext fur gv gag inh ki glk gan guw xal haw rw kbp pam csb kw km kv koi kg gom ks gcr lo lbe ltg lez nia ln jbo lg mt mi tw mwl mdf mnw nqo fj nah na nds-nl nrm nov om pi pag pap pfl pcd krc kaa ksh rm rue sm sat sc trv stq nso sn cu so srn kab roa-tara tet tpi to chr tum tk tyv udm ug vep fiu-vro vls wo xh zea ty ak bm ch ny ee ff got iu ik kl mad cr pih ami pwn pnt dz rmy rn sg st tn ss ti din chy ts kcg ve 
Prefix: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9