AtellanaL'atellana fu un genere di commedia dai toni farseschi, originariamente in lingua osca[1], in uso già dal IV secolo a.C. Si trattava di carmi mimati[1]. StoriaQuesto primitivo tipo di spettacolo teatrale, giocoso e licenzioso, sorse presso gli Osci di Atella (da cui prese il nome)[1], una città della Campania tra le attuali Orta di Atella, Caivano, Sant'Arpino, Frattaminore, Succivo, Gricignano di Aversa e Cesa[2]. Durante l'epoca di Cesare questo genere decadde a favore del mimo, ma ebbe una ripresa durante il I secolo d.C.. Struttura e contenutiCon l'atellana si cominciano a determinare schemi e canovacci costanti, anche se la rappresentazione si affidava per lo più all'improvvisazione: raffronti sono stati fatti (anche per l'uso di maschere) con la commedia dell'arte italiana. Le improvvisazioni originarie erano di breve durata, dal carattere popolare e farsesco. Le compagnie erano itineranti e spesso il carro su cui viaggiavano diventava il palco improvvisato su cui esibirsi (in Italia, a eccezione delle colonie della Magna Grecia, non esistevano teatri). Il primo teatro in muratura a Roma fu costruito solo nel 55 a.C. da Gneo Pompeo. PersonaggiQuattro erano i personaggi fissi dell'atellana: Maccus (mangione sciocco), Pappus (vecchio stupido), Bucco (il fanfarone e parlatore petulante) e Dossennus (gobbo astuto)[2]. A queste maschere antropomorfe se ne aggiungeva un'altra: Kikirrus, una maschera teriomorfa (ovvero con l'aspetto di un animale) il cui stesso nome, infatti, richiama il verso del gallo. AutoriI maggiori autori latini di atellana furono: Si ritiene che anche Plauto, il maggiore esponente della commedia latina, abbia composto alcune fabule del genere[senza fonte]. NoteVoci correlateCollegamenti esterni
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