La placca africana è una delle 12 grandi placche (o zolle) in cui è diviso il globo terracqueo. Analogamente a quasi tutte le placche maggiori, comprende sia sezioni di crosta continentale che di crosta oceanica, concentrate nelle zone immediatamente adiacenti alle grandi dorsali che segnano i suoi confini.
a nordest, con la placca arabica, segnata dal margine divergente corrispondente al Mar Rosso, lungo il quale le due placche si stanno allontanando.
La placca africana, nella sua parte continentale, coincide quasi esattamente con l'Africa (compreso il Madagascar); si tratta per la quasi totalità di zone antiche, molto stabili (scudo africano), con aree piuttosto limitate di terreni paleozoici e cenozoico-mesozoici; lungo buona parte del lato orientale del continente corre una lunghissima fossa tettonica continentale (la cosiddetta Rift Valley), che divide la placca africana in due sottoplacche, la Nubiana[1] ad ovest e la somala ad est, mutuamente allontanantisi. In tempi geologici, è possibile che le due sezioni della placca africana e la placca arabica si allontanino a sufficienza da permettere alle acque dell'oceano Indiano di sommergere l'area rendendo così l'attuale Corno d'Africa un'isola, in un processo simile a quello che circa 200 milioni di anni fa vide nascere l'attuale oceano Atlantico.[2]
Note
^Tale nomenclatura per identificare la parte occidentale, ben più grande in termini oceanici e continentali della parte somala, del continente africano è utilizzata ben poco dai geologi, dato che si preferisce utilizzare il termine generico "Placca Africana".