Caraglio
Caraglio (Caraj in piemontese, Carài in occitano) è un comune italiano di 6 782 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Faceva parte della Comunità montana Valli Grana e Maira[4]. Geografia fisicaIl comune si trova allo sbocco della Valle Grana sulle rive del Torrente Grana. StoriaMateriali archeologici risalenti all'età del ferro testimoniano la presenza di popolazioni ligure e celtiche. Sono state rinvenute strutture architettoniche quali un impianto termale, abitazioni private, epigrafi e materiale numismatico databili tra il I e il IV secolo a.C. Il nome origina dal latino Cadralius, Quadralius, riferito alla centuriazione quadrata romana della zona, essendo un importante presidio[5] della viabilità romana diretta verso le Gallie. Altra ipotesi è che il none derivi da Carausio, usurpatore delle Gallie e della Britannia a cui probabilmente si deve la distruzione della[6]Legione tebana. La frequentazione del territorio in età romana fu molto intensa e documentata con più evidenza in un nucleo posto presso la frazione San Lorenzo. Altre ipotesi, meno probabili e più tardive rispetto al toponimo latino, lo danno invece come il paese del caro-aglio, riferito al fatto che il clima e il terreno calcareo della Valle Grana permisero lo spuntare di una particolare varietà di aglio (l'aj d' Caraj), molto delicato e digeribile, a tal punto da produrre poca alitosi, recentemente inserito in un Consorzio a tutela di prodotto tipico. MedioevoNel Medioevo si ha notizia della genealogia dei nobili Signori di Caraglio, che erano un ramo dei Signori di Sarmatorio, i quali discendevano dagli Alinei, una casata franca di nazione e legge salica[7]. Gli Alinei avevano come capostipite Alineo I figlio di Robaldo I originario della Neustria, che dall'843 fu Cavaliere di Carlo il Calvo Re dei Franchi occidentali[7]. Alineo I già Vassallo nella Neustria francese dei fratelli Ruggero e Arduino, verso il 900 venne in Piemonte in compagnia dei sopradetti fratelli Arduinici[7]. Il nome di Caraglio compare per la prima volta in un documento del 984, nel quale il marchese Manfredo figlio di Arduino il Glabro, donò Caraglio e Cervere ai fratelli Alineo II ed Anselmo degli Alinei, che divennero Signori di Caraglio, i due fratelli menzionati erano figli del Conte Robaldo II e nipoti di Alineo I[7]. I documenti attestano la presenza della villa medioevale alle falde della collina sulla quale sorgeva un importante castello citato per la prima volta nel 1128. Fino al 1244, Caraglio restò sottoposta ai marchesi di Saluzzo. Nel 1198 i caragliesi, oppressi dal sovrano, si unirono e, in seguito, tre loro rappresentanti si riunirono sull'altipiano cuneese dove sorgeva una cappella intitolata a Nostra Signora del Bosco per decidere il da farsi. Quello stesso giorno cominciò la rivolta, il castello di Caraglio prese fuoco e poco dopo si videro fiamme provenire da Boves e Cervasca. I nobili vennero cacciati o trucidati, i caragliesi decisero di scappare e si rifugiarono dove oggi sorge Cuneo. L'altipiano era di proprietà dell'abate di Pedona che accettò di ospitarli, la nuova città contava circa duecento uomini e le loro famiglie. Si susseguirono diversi Signori fino all'affermazione dei Savoia. Coinvolto nei problemi della Riforma, il paese si sviluppò soprattutto dal XVI secolo. Sin dal 1500 infatti, è stata trovata presenza di eretici, per questo motivo vennero bruciati un uomo e tre donne. Caraglio diventa francese e gli ugonotti demolirono in parte la chiesa di San Paolo e San Giovanni e cacciarono i sacerdoti cattolici. L'8 maggio agli eretici fu ordinato di dichiararsi entro una settimana, il 10 giugno vennero banditi. Emanuele Filiberto arrivò a Caraglio ad agosto nel corso del XVI secolo nel momento conclusivo della lotta religiosa e politica contro la Riforma, si assistette all'annientamento della fiorente Chiesa Riformata di Caraglio. Nel 1620-1621 la chiesa di San Paolo venne restaurata e consacrata dal vescovo di Saluzzo il 13 giugno 1621, festa di Sant'Antonio da Padova. Più tardi fiorì l'agricoltura, specialmente con l'allevamento del baco da seta. Vi erano quattro filande e un filatoio che davano lavoro a più di seicento persone. Nacque una Società di mutuo soccorso e, in seguito, una Cassa rurale, inoltre, nel 1879, fu inaugurata la linea tramviaria Cuneo-Caraglio-Dronero. La lotta partigianaCaraglio ricoprì un ruolo attivo e importante per la lotta partigiana della Valle Grana, con la ritirata dalla Francia della IV Armata l'equipaggiamento militare venne abbandonato ovunque e i partigiani lo rivendicarono costituendo un arsenale significativo che nascosero nelle grange della Vallera e di Valgrana. L'ex carabiniere Parisi organizzò un gruppo armato costituito da una quarantina di soldati della IV Armata che si insediarono a Valgrana, Bernezzo, Monterosso Grana e alla Vallera. Con l'uccisione di Parisi ad opera dei tedeschi il 27 novembre 1943, i partigiani lasciano la frazione caragliese. Negli ultimi mesi dell'anno si tennero a Caraglio e a Valgrana numerosi incontri partigiani segreti che videro la partecipazione, tra gli altri, di Duccio Galimberti e Nuto Revelli. Nel 1944 i tedeschi cominciarono i rastrellamenti nella vallata e cominciò la controffensiva partigiana con il combattimento di San Matteo di Cavoira il 14 gennaio che vide uscirne Galimberti ferito. Il 31 marzo da Cuneo partì un'offensiva tedesca verso la Valle Grana, la banda di Ettore Rosa della Valle Maira che si stava muovendo verso Castelmagno per andare in aiuto di quella già presente nell'alta valle di Alberto Bianco conterà diversi morti e feriti, 15 prigionieri di cui 13 saranno fucilati. Il 29 dicembre venne ucciso il soldato repubblichino Albertengo, provocando la risposta fascista che il giorno seguente perquisì paese e frazioni, interrogando decine di persone e concludendosi con l'arresto di sette uomini che sarebbero poi stati trucidati dove era stato assassinato il soldato fascista. A questi martiri verrà dedicata una via e un monumento che riporta i loro nomi: Attilio Casasso (direttore della Cassa Rurale), Damiano Piasco (medico condotto), i giovani Giuseppe Rebuffo, Giovanni Mattiauda e Serafino Bottasso, Nicola Anitrini (elettricista originario di Brescia), e il commerciante Battista Serra.[8] Con il correre della storia il fascismo e la Repubblica di Salò giunsero verso la fine, il 25 aprile 1945 i partigiani chiesero, per mezzo di don Luigi Calandri (viceparroco di Valgrana), alle brigate nere di arrendersi, queste lasciarono Bernezzo per rifugiarsi a Caraglio dove riuscirono a rinforzarsi. Don Lorenzo Borsotto, viceparroco caragliese, chiese nuovamente, come mediatore delle bande partigiane, la resa dei nazi-fascisti che risposero che se i partigiani non avessero attaccato il comando non avrebbero fucilato gli otto ostaggi in loro possesso. I partigiani non intesero arrendersi alla volontà dei nazisti e circondarono la città occupando la collina. Alle 17 iniziò la battaglia, che vide un'inarrestabile avanzata dei giovani della Resistenza e un'accanita opposizione delle brigate nere. Quella sera rimasero solo più 58 partigiani, alcuni vennero richiamati per necessità a Cuneo, altri furono uccisi dai mortai tedeschi che sparavano disperatamente all'impazzata, ai partigiani si affiancarono diversi giovani del paese. Con l'arrivo della notte calò la quiete e un centinaio di brigate nere raggiunsero Caraglio per rinforzare le schiere degli occupanti. Il giorno seguente vennero esplosi alcuni colpi di mortaio provocando la morte di civili e danneggiando diversi edifici in via Brofferio. Ci furono più sparatorie sul territorio comunale e i nazi-fascisti furono costretti a lasciare il paese. Il 27 aprile Caraglio era ufficialmente libera, bandiere tricolore invasero la città spuntando da ogni balcone e finestra, il primo libero comizio ebbe luogo nel pomeriggio e l'indomani un lungo corteo a cui presero parte cittadini, clero e autorità accompagnò le 17 bare dei civili uccisi nel loro ultimo viaggio. Vittorio Nazzari venne nominato sindaco e ricoprì questo ruolo fino al 20 marzo del 1946.[8] SimboliLo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del Governo del 13 luglio 1928.[9] Il gonfalone, concesso con DPR del 16 aprile 1959, è un drappo partito di bianco e di rosso.[10] Monumenti e luoghi d'interesseA partire dal 2000 il paese ha conosciuto una grande fase di restauro e ristrutturazioni che ha compreso i principali edifici storici pubblici e privati e che lo rendono interessante al visitatore. Tra i principali edifici, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, la chiesa di San Giovanni Battista, il palazzo del Fucile, la Finestra di Cecilia, il teatro civico, la fontana delle Tre Grazie, il convento dei Cappuccini, la chiesa sconsacrata di San Paolo, Villa Vacchetta, l'ex albergo del Gallo e il filatoio. Architetture religiose
Musei
Monumenti
Architetture civili
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[11] Etnie e minoranze straniereSecondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Caraglio sono 638[12], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[13]: CulturaScuole pubbliche - Istituto comprensivo "A.M Riberi" (scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado) - Una scuola dell'infanzia nella frazione di Paschera S.Carlo Cinema Teatri - Il cinema-teatro "Contardo Ferrini" - Il teatro civico di Caraglio Biblioteche - La biblioteca comunale "Arnaldo Momigliano" In passato, con la presenza di cinque filande e filatoi, si passa da un'economia esclusivamente basata sull'agricoltura, allo sfruttamento di risorse diverse che hanno permesso uno sviluppo della cittadina e dato possibilità ad una manodopera femminile. Prodotti tipiciA Caraglio, comune della Valle Grana, si può trovare una ricca varietà di prodotti delle vallata quali formaggi e prodotti ortofrutticoli: aglio (Aj 'd Caraj), Zafferano di Caraglio e della Valle Grana, pere, fagioli, castagne, piccoli frutti, mele, pesche. Tra le specialità, La torta amara della Vallera, dall'antica ricetta caratterizzata dalla presenza di armelline, mandorle o nocciole e dall'assenza di lievito. Amministrazione
GemellaggiSportIl principale impianto sportivo è il Palazzetto Polivalente "Guido Riba" presso il quale è possibile praticare atletica leggera, pallavolo e tennis tavolo[17], vicino all'edificio sono presenti campi da calcio e lo sferisterio[18]. Sul territorio comunale è inoltre presente una pista per motocross, campi da tennis, la bocciofila e una palestra.
La squadra cittadina più importante è l'A.S.D. Caraglio Calcio che milita in Seconda Categoria e gioca presso il campo "Cavalier Luigi Pasquale".[19]. Note
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